Famiglia de Vescovi
La famiglia de Vescovi originaria da Vione in Valcamonica, si trasferì nella prima metà del XVI secolo in alta valle di Sole, a Fraviano di Vermiglio, quindi a Peio e Celentino, per spostarsi con una linea genealogica a Mezzocorona nella prima metà del XVII secolo. I fratelli Stefano, di professione medico e Giovanni Pietro il due gennaio 1583 ottennero la nobiltà da Ferdinando, arciduca d’Austria e conte del Tirolo. Stefano e Lodovico il 14 aprile 1664 ricevettero da Leopoldo I la conferma della nobiltà e il miglioramento dello stemma; il due aprile 1691 Lodovico de Vescovi e la sua discendenza furono annessi alla matricola nobiliare tirolese.
Il cognome “de Vescovi” rientra all’interno di un gruppo di denominazioni che indicano mestieri, cariche, titoli di nobiltà e sacerdotali come per esempio Baroni, Conti, Preti, de Pretis, de Vescovi: si sottolinea che non sempre questo tipo di cognome è assegnato a chi lavora nei possedimenti dei nobili locali o della Chiesa. A quest’ultima possibilità si può riferire l’origine del cognome “de Vescovi” (del veschev), collegandola all’attività di alcuni esponenti della famiglia al servizio di un ecclesiastico.

Antico stemma di Famiglia 1583
Il personaggio più significativo dei de Vescovi fu Vigilio (1610 circa – 1679) sacerdote, dottore in teologia, parroco di Mezzocorona dal 1640 al 1679, economo del principe vescovo di Trento Carlo Emanuele Madruzzo, che in qualità di conte di Challant lo nominò suo procuratore ed amministratore dei propri beni in valle d’Aosta: nel Castello di Issogne Vigilio de Vescovi incise per due volte la propria firma, ancora oggi visibile. Il sacerdote ricoprì inoltre gli incarichi di protonotario apostolico, decano foraneo per il Tratto atesino, lasciò diverse opere manoscritte e a stampa. In base all’osservazione del francescano Giangrisostomo Tovazzi “Proprio lui portò i de Vescovi a Mezzocorona”.

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Remo de Vescovi
Quadro a olio di Vigilio
Albero genealogico in salone

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Giulio de Vescovi
Ricostruzioni genealogiche in possesso dei discendenti, in parte verificabili sui registri dell’anagrafe parrocchiale di Mezzocorona dall’inizio del XVII secolo, consentono di proporre come capostipite Stefano, documentato nel 1348, quindi con una successione di padre in figlio Pietro (1394), Giovanni Battista (1437), Vigilio (1471), Gian Pietro (1583), Giovanni Battista (1653). Due dei suoi figli, Stefano e Ludovico originarono diverse ramificazioni della famiglia de Vescovi: dal primo discende la linea oggi fiorente, dal secondo per esempio il ramo dei baroni von Ulzbach.
Nel 1708 Vigilio de Vescovi, omonimo del precedente sacerdote, ottenne da Giuseppe I (1705-1711) il titolo baronale, il predicato von Ulzbach, ma anche un miglioramento dello stemma. I membri di questo ramo del casato utilizzarono il titolo nobiliare e il predicato in sostituzione del cognome: nelle anagrafi parrocchiali di Mezzocorona s’incontra la dicitura “barone d’Ultzpach”.
Il predicato è composto dai termini Ulz, in altre parole il torrente Noce, come indicato da parte delle cancellerie tedesche, presso le quali erano in uso le forme Ulzfluss e Sulzfluss, unito al sostantivo Bach, con il significato di “ruscello”. L’appellativo si riferiva alla “roggia dei mulini”, che scorre nei pressi di un edificio di Mezzocorona dove risiedettero i baroni von Ulzbach, una linea degli Spaur e oggi (2021) la famiglia Donati. Il ricollegarsi al torrente che proviene dalla valle di Sole, costituisce un rimando alle origini anche alto-solandre della famiglia. Per un certo periodo i baroni von Ulzbach detennero anche Palazzo de Vescovi-Martini, oggi di proprietà della Cassa di Trento, Lavis, Mezzocorona e Valle di Cembra.
I de Vescovi furono il casato più significativo al servizio dei Firmian nell’ambito della giurisdizione di Mezzocorona: si ricordano per esempio nel ruolo di capitani Giovanni Maria, Ludovico, Giovanni, Vigilio Antonio, Liborio. Il mecenatismo della famiglia è attestato per esempio dalla ristrutturazione della canonica di Mezzocorona e di Palazzo de Vescovi-Martini a opera di Vigilio de Vescovi (1663), che regalò anche un calice alla chiesa di santo Stefano protomartire a Fraviano di Vermiglio e alla chiesa di santa Caterina d’Alessandria vergine e martire a Roveré della Luna. La cosiddetta “Toresèla” nei pressi di Palazzo de Vescovi-Martini, è decorata da una composizione araldica dello cadere del XVII secolo, con gli stemmi de Vescovi e Calvi. fratello Ludovico de Vescovi donò alla chiesa del convento dei frati francescani a Mezzolombardo l’altare maggiore (non conservato) e la pala che rappresenta la Madonna Immacolata, che reca nell’angolo inferiore sinistro lo stemma di famiglia.